Donna
dagli occhi tristi
calpestata, martoriata
discriminata e
senza voce.
A te penso
e ai tuoi sogni
che svaniscono
nel nulla,
a te penso
con rammarico
e dolore.
Tu che timida
fissi l’orizzonte
e attendi…
Tu che
con un sorriso
smorzato
viaggi
con la fantasia
e attendi…
Attendi
di diventare
qualcuno.
A te donna,
che vivi succube
della paura
va il mio pensiero
in questo giorno
di festa.
Magari un giorno
anche il tuo cuore
gioirà pacato
per la dolce vittoria
dell’uguaglianza
e nelle tue mani
un bocciolo dorato
emanerà profumi
delicati.
Un giorno forse
nei tuoi occhi
apparirà fulgida
la luminosa
scintilla
della felicità.
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