Poesia

*
"PENSIERI SILENTI, SUSSURRI E PAROLE"


Amo scrivere
e descrivere il mio mondo interiore,
le mie emozioni e tutto ciò che percepisco dal mondo esterno.

Amo raccontare storie
e fantasticare
con gli occhi della mente e dell'anima.



La voce dell'anima diventa parola, diventa poesia.


*

05 novembre 2015

Naufrago



La mia barca oscilla,
senza sosta
in acque profonde e vertiginose
in questo mio perenne vagare
in mezzo all’oceano
infinito.

La riva è ormai 
lontana
e remo con fatica
verso
qualche remota
isola sperduta.

Forse
non calpesterò più
la morbida sabbia rovente
sotto il sole
cocente di mezzogiorno
e non sentirò sul mio viso
le gocce sprigionate dall’onda
che s’infrange sugli scogli.

Sono un naufrago
che sogna di approdare
in un porto sicuro.

Attesa e ansia nel mio cuore,
incertezza…

Guarderò le stelle
mentre la mia barca
prosegue la sua bizzarra rotta
in mezzo al mare,
un mare inquietante
che a volte
diventa minaccioso.

E mi aggrappo alla vita,
questa vita appesa a un filo,
un filo sottile che vorrei
non si spezzasse mai.

E mentre attendo
voglio godermi
i raggi del sole 
che accarezzano il mio viso
e la brezza leggera
che adesso
spinge la mia barca
cullando ogni mio pensiero.

La luce della Speranza



Alzarsi 
al mattino
scorgere il sole
e osservare
come la natura
segue il suo ciclo vitale
mentre la brezza
accarezza 
i petali di un fiore
che a stento sopravvive
al freddo pungente 
dell’inverno.
Gioire 
per ogni piccola cosa
respirare a pieni polmoni
l’aria frizzante,
camminare
tra le luci smorzate
della sera e sentirsi vive.

Tentennare, barcollare e sperare…
Si… SPERARE

E trascorrono i giorni
ogni passo è tentennante
ogni pensiero spesso
assume colori scuri…
ma laggiù,
laggiù in lontananza
si intravvede una luce,
è la luce della speranza
è la luce dell’amore divino.

Autunno



In autunno
la natura mostra 
i colori più belli,
caldi e infuocati.
Nostalgia e bellezza…
Adoro i colori
giallo e rosso fuoco,
le foglie che cadono
lentamente
dagli alberi,
l’odore
delle foglie umide
adagiate sulla terra,
i frutti del bosco…

La natura si prepara
al lungo letargo
invernale
e io gioisco
di questa metamorfosi
e ascolto
le note malinconiche
che la natura sussurra
alle mie orecchie.

Cadono le foglie
mentre il vento agita 
i rami degli alberi
e io malinconicamente
osservo la natura
che pian pianino
entra in letargo
per poi rinascere
donando 
vita nuova e speranza.
Cicli che si chiudono
che si aprono…
questo è la vita
e la natura
col susseguirsi
delle stagioni 
ci accompagna 
nel nostro viaggio
regalandoci
emozioni cangianti.
Amo l’autunno
con la sua bellezza
e la sua malinconia,
amo immensamente
la quiete e il silenzio
che regna nei boschi 
e nelle campagne,
amo guardare 
le foglie adagiate
a terra,
umide e prive
di vita.
Amo l’autunno
caldo e umido,
ricco di quiete 
e di speranza.

Giorni di bufera



Venti forti agitano
il mio animo
piogge fredde
inondano il mio cuore
la mia vita
rimane in sospeso
mentre attendo
che torni il sereno.

Tu, mostro
dai mille tentacoli
semini panico
e disperazione,
ti odio mostro deforme
compagno di viaggio sgradito.

Altrove voglio guardare
dove il sole continua a brillare
dove le rondini volano libere
dove i caldi tramonti infuocati
donano tepore e speranza
al mio cuore.

Spensierata vorrei camminare
nei tortuosi e incerti sentieri,
godermi ogni singolo istante
senza paura del vento nemico
della pioggia e della bufera.
Vorrei che il mio cuore gioisse
inondato dalla luce del bene.

Allontana da me i tuoi tentacoli
malefico mostro del male
e risplenda per sempre in me
la luce della vittoria.

Combatto per tenerti lontano
combatto con tutte le armi
vorrei scacciarti per sempre
brutto mostro che logori
il mio cuore
vorrei scacciarti per sempre
dalla mia vita e dalla mia mente.

Difficile questa mia battaglia
in continuo stato di assedio,
spero che presto torni il sereno
e torni a splendere la luce del bene.
.

Madre Celeste



Beata Vergine
madre di Dio
prega per noi
vil peccatori.
Rivolgi
il tuo sguardo
ad ogni persona
che prega in silenzio
e invoca il tuo nome.
Una preghiera
rivolgo a Te
umile donna
prescelta da Dio.
Misericordiosa
Madre Celeste
dona al mio cuore
un raggio di fede
e dammi la forza
per non cadere
nel precipizio
dello sconforto.
Fa sì che
il mio cuore
si riempia di gioia
e la mia mente
si rassereni.
Regina Celeste
imploro il tuo aiuto
dammi la forza
nelle avversità.
Madre Celeste,
beata Vergine
a te rivolgo
il mio languido
sguardo,
dona speranza
al mio cuore
trafitto
dona a me pace
e serenità.
Col cuore in mano
chiedo umilmente
la grazia divina
e il perdono
del nostro signore
tuo figlio Gesù.


Singhiozzi



Piange il mio cuore…
Lacrime amare
e tristi
scivolano copiose
e inarrestabili
sulle mie guance
inamidate
e sofferenti.
Sono stanca di lottare
di soffrire…
e girovagare tra
pensieri smorzati
che inseguono sogni
speranzosi  e balenanti.
Piange il mio cuore
in silenzio
e il dolore soffoca
ogni suo battito
ansimante e confuso.
Vita senza speranza
senza sorrisi
e arida più che mai.
Una lotta impari
con un mostro dai
mille tentacoli
che brucia l’alito di vita
svuotandomi.

Singhiozzi a lungo
soffocati
e intrappolati
nella buia stanza
del silenzio
adesso sgorgano
senza freno, senza pudore…

.

Il viaggio della speranza



Vorrei arrivare lontano
alla fine di questa
fitta foresta
di alberi giganteschi
che impediscono
che la luce del sole
giunga sull’umida terra.

Vorrei arrivare
sulla assolata spiaggia
e assopirmi
mentre ascolto
il rumore calmo
delle onde
di un mare amico.

E sulle acque calme
adesso navigo
i remi affondano
con leggerezza
spingendo la mia barca
verso la riva.
Tutto ciò che mi circonda
sembra ovattato
e nella silenziosa attesa
mi cullo in pensieri
carichi di ottimismo.

Non voglio esultare,
la meta sembra vicina
ma non oso urlare
la mia gioia
e con mille paure
mi aggrappo
alla speranza
sempre
con più forza.

Confido in Te
mio Signore
mi lascerò guidare
ovunque tu voglia.

Il pettirosso




Con l’arrivo dell’autunno
scende a valle il pettirosso
e rallegra col suo canto
le giornate uggiose e fresche.
Dai freddi monti è fuggito
in cerca di cibo e aria mite
è sceso a valle il pettirosso
a svernare nei giardini.
Di buon’ora stamattina
sui verdi rami 
dell’oleandro
cinguettavi allegramente,
bentornato pettirosso
il buongiorno è gioioso
col tuo melodioso canto.
In inverno inoltrato
quando il cibo
ormai scarseggia
il pettirosso affamato
le mie bacche una ad una
pian pianino le divora.
Pettirosso tu mi piaci
vola libero tra i rami
e rallegra col tuo canto
i giorni uggiosi dell’inverno.
L’ uccellino dai colori smorti
ha sul petto piume rosse,
raccontava una leggenda
che col becco volle togliere
la pungente corona di spine
dalla testa di Gesù morente.
Si ferì nel suo umile intento
e da quel dì ogni soffice piuma
come emblema della sua bontà
si tinse di un rosso sgargiante.

Zia Lauretta



Lungo la via Sferracavallo
nella verde Val di Comino
in una piccola ed umile casa
abitava il bel Nazzareno.
Nella festa del suo paese
posò i suoi occhi
su una giovincella
con occhi vispi
e sorridenti,
era un bel fiore
sbocciato alla vita.
Un bel dì
la prese in sposa
eran felici, eran beati
e la verde e fertile terra
lavoravan dall’alba
al tramonto.
Non ebbero figli,
dono di Dio
ma ebbero una vita
felice e serena
e ben presto
Lauretta divenne
un personaggio
in tutta la valle.
Vendeva i lupini
con grande maestria
piccoli semi
bolliti con cura
piccoli doni
del suo buon Dio
che con tanta fatica
crescevan nell’orto.
Al giovedì
si alzava ben presto
e si recava
con la sua cesta
al mercato della cittadina
ai piedi dei monti
e lambita dal Liri.
Tutte le strade
affollate di gente
ognuno acquistava
le proprie provviste
e uno sfizio che
rallegrava
il loro rientro
nelle loro case.
Una fragrante
ciambella sorana
che compravan
con sorriso beato
e dalla bella Lauretta
acquistavano
un bel cartoccio
di bottoni dorati.
Ricordo Lauretta
recarsi pian piano
ogni domenica
fuori dal sagrato,
pian pianino
sulla provinciale
con la grossa cesta
poggiata sul capo.
Ogni tanto
prendeva fiato
e col sorriso
sempre gioioso
ricambiava
con grande piacere
il saluto
dei compaesani.
Visse felice
nella sua valle
la zia Lauretta
col suo Nazzareno
e vendeva ancora
i gustosi lupini
con tutti gli acciacchi
e le rughe sul viso.
La terra ciociara
accoglie i suoi resti
adesso riposa
sul colle ridente
che dall’alto
guarda la valle
e la sua vecchia ed
umile casa.